Di D. Mihalovic - Numerose ricerche hanno dimostrato che le allergie nei paesi sviluppati sono in costante aumento. Non solo quelle stagionali, ma anche le allergie croniche. Gli ‘esperti’ asseriscono di non essere in grado di individuare la ‘misteriosa’ causa di un simile incremento; secondo costoro i motivi sarebbero da ricercare in una qualche incognita genica e ambientale. In realtà le cause non sono ‘misteriose’ come si vorrebbe farle apparire.
L’allergia è un disordine di ipersensibilità del sistema immunitario. I sintomi includono occhi rossi, prurito, naso che cola, eczema, orticaria, attacchi d’asma. Le reazioni allergiche sono sensibilizzazioni che hanno luogo quando il sistema immunitario reagisce a una sostanza generalmente innocua. Il problema è che il nostro ambiente attuale è andato saturandosi anche di molte sostanze tutt’altro che innocue.
Un sondaggio effettuato tra il 1988 e il 1994 dal National Institutes of Health (NIH)appurò che il 55% degli americani fosse sensibile ad almeno un allergene. L’indice riscontrato fu superiore da 2 a 5 volte – a seconda del tipo di allergene – a quelli registrati dallo stesso NIH tra il 1976 e il 1980. Oggi il 70% degli americani risulta sensibile a sostanze allergeniche.
Dal 1997 al 2007 il numero di bambini soggetti ad allergie alimentari è schizzato del 18%, secondo quanto segnalato dal Centers for Disease Control and Prevention.
Oggi in ogni classe di scuola materna la maggior parte dei bambini è allergica alle nocciole. Simili casistiche erano inesistenti fino a solo pochi decenni fa. Molte scuole sono tenute anche a prestare attenzione alle uova, i semi e alcuni tipi di frutta.
Di seguito elencherò 5 cause dell’incremento delle allergie.
L’allergia è un disordine di ipersensibilità del sistema immunitario. I sintomi includono occhi rossi, prurito, naso che cola, eczema, orticaria, attacchi d’asma. Le reazioni allergiche sono sensibilizzazioni che hanno luogo quando il sistema immunitario reagisce a una sostanza generalmente innocua. Il problema è che il nostro ambiente attuale è andato saturandosi anche di molte sostanze tutt’altro che innocue.
Un sondaggio effettuato tra il 1988 e il 1994 dal National Institutes of Health (NIH)appurò che il 55% degli americani fosse sensibile ad almeno un allergene. L’indice riscontrato fu superiore da 2 a 5 volte – a seconda del tipo di allergene – a quelli registrati dallo stesso NIH tra il 1976 e il 1980. Oggi il 70% degli americani risulta sensibile a sostanze allergeniche.
Dal 1997 al 2007 il numero di bambini soggetti ad allergie alimentari è schizzato del 18%, secondo quanto segnalato dal Centers for Disease Control and Prevention.
Oggi in ogni classe di scuola materna la maggior parte dei bambini è allergica alle nocciole. Simili casistiche erano inesistenti fino a solo pochi decenni fa. Molte scuole sono tenute anche a prestare attenzione alle uova, i semi e alcuni tipi di frutta.
Di seguito elencherò 5 cause dell’incremento delle allergie.
1. Eccessiva Igiene.
Nei primi anni di vita i bambini non sono esposti a sufficiente sporcizia, batteri e altri agenti infettivi, per cui il sistema immunitario sotto-dimensionato reagisce in modo sproporzionato anche se esposto a cose benigne come alcuni alimenti.
Il sistema immunitario deve entrare in contatto con una varietà di microrganismi e batteri mentre si sta sviluppando nella fase infantile, così da poter tarare adeguatamente le proprie risposte al contatto con i più disparati elementi nel corso della vita. Invece oggi i bambini stanno sviluppando allergie sempre più forti ai prodotti antibatterici, molti dei quali – ironia della sorte – vorrebbero prevenire le allergie.
Mentre prima dell’industrializzazione i bambini crescevano a contatto con gli animali, in un ambiente popolato da molti agenti microbici e di origine vegetale, al giorno d’oggi molti di noi crescono nelle città, in cui il contatto con gli animali è minimo. E’ stato provato che i bambini che crescono vivendo un regolare contatto con animali da cortile sviluppino una disposizione alle allergie molto inferiore rispetto agli altri bambini. Un’esposizione ridotta ai microrganismi ambientali può quindi comportare nel sistema immunitario dei bambini in fase di sviluppo una predisposizione alle allergie.
Alcuni studi condotti dal dottor Richard Honsinger, allergologo e immunologo presso laLos Alamos Medical Care Clinic hanno dimostrato che i bambini che hanno frequentato l’asilo, notoriamente focolaio per la diffusione di germi, sviluppino minore tendenza alle allergie rispetto a quelli cresciuti in casa con poche occasioni di contatto con altri bambini.
I bambini che condividono la loro casa a contatto con cani o gatti nel primo anno di vita hanno metà delle probabilità di contrarre allergie agli animali rispetto a quelli cresciuti senza animali. I bambini che nel primo anno di vita condividono la casa con due cani o gatti hanno a loro volta metà delle probabilità di contrarre allergie agli animali di quelli cresciuti a contatto con un solo cane o gatto.
Gli studi hanno dimostrato che il mondo dei microbi in cui un bambino viene allevato svolge un ruolo cruciale nello sviluppo della suscettibilità alle allergie, e ciò fin dal momento della nascita. I bambini partoriti in modo naturale – infatti – accumulano una serie di batteri sulla pelle e nelle viscere che risultano assenti nei bambini nati medianteparto cesareo, il che secondo gli studi sarebbe collegato ad un minor rischio in età adulta di sviluppare febbre da fieno, asma e allergie alimentari.
Nei primi anni di vita i bambini non sono esposti a sufficiente sporcizia, batteri e altri agenti infettivi, per cui il sistema immunitario sotto-dimensionato reagisce in modo sproporzionato anche se esposto a cose benigne come alcuni alimenti.
Il sistema immunitario deve entrare in contatto con una varietà di microrganismi e batteri mentre si sta sviluppando nella fase infantile, così da poter tarare adeguatamente le proprie risposte al contatto con i più disparati elementi nel corso della vita. Invece oggi i bambini stanno sviluppando allergie sempre più forti ai prodotti antibatterici, molti dei quali – ironia della sorte – vorrebbero prevenire le allergie.
Mentre prima dell’industrializzazione i bambini crescevano a contatto con gli animali, in un ambiente popolato da molti agenti microbici e di origine vegetale, al giorno d’oggi molti di noi crescono nelle città, in cui il contatto con gli animali è minimo. E’ stato provato che i bambini che crescono vivendo un regolare contatto con animali da cortile sviluppino una disposizione alle allergie molto inferiore rispetto agli altri bambini. Un’esposizione ridotta ai microrganismi ambientali può quindi comportare nel sistema immunitario dei bambini in fase di sviluppo una predisposizione alle allergie.
Alcuni studi condotti dal dottor Richard Honsinger, allergologo e immunologo presso laLos Alamos Medical Care Clinic hanno dimostrato che i bambini che hanno frequentato l’asilo, notoriamente focolaio per la diffusione di germi, sviluppino minore tendenza alle allergie rispetto a quelli cresciuti in casa con poche occasioni di contatto con altri bambini.
I bambini che condividono la loro casa a contatto con cani o gatti nel primo anno di vita hanno metà delle probabilità di contrarre allergie agli animali rispetto a quelli cresciuti senza animali. I bambini che nel primo anno di vita condividono la casa con due cani o gatti hanno a loro volta metà delle probabilità di contrarre allergie agli animali di quelli cresciuti a contatto con un solo cane o gatto.
Gli studi hanno dimostrato che il mondo dei microbi in cui un bambino viene allevato svolge un ruolo cruciale nello sviluppo della suscettibilità alle allergie, e ciò fin dal momento della nascita. I bambini partoriti in modo naturale – infatti – accumulano una serie di batteri sulla pelle e nelle viscere che risultano assenti nei bambini nati medianteparto cesareo, il che secondo gli studi sarebbe collegato ad un minor rischio in età adulta di sviluppare febbre da fieno, asma e allergie alimentari.
2. Inquinamento atmosferico.
La concentrazione di inquinamento dell’aria è causata da due fattori: la quantità di sostanze inquinanti prodotte e la velocità di dispersione delle stesse. Quest’ultima dipende in gran parte del vento (forza e direzione). Nelle zone in cui il vento tira forte l’inquinamento ha un tasso di dispersione elevato. Nelle zone in cui vi è poco o nessun vento, accumulandosi l’inquinamento risulta molto più concentrato.
Le azioni di geo-ingegneria oggi hanno un peso enorme sull’inquinamento atmosferico di tutte le città del mondo. Le scie chimiche contengono livelli elevati di bario e piombo e tracce di altre sostanze chimiche, compresi alluminio, arsenico, cromo, cadmio, selenio e argento. All’interno delle sostanze irrorate sono stati individuati inoltre più di venti diversi tipi di batteri e funghi in varie concentrazioni, potenzialmente in grado di causare diversi tipi di allergie e malattie.
3. Alimenti geneticamente modificati.
Un testo diventato ormai celebre - Genetic Roulette di Jeffrey Smith - ha avuto un forte impatto sull’approccio dell’opinione pubblica riguardo i cibi geneticamente modificati e la loro potenziale dannosità per la vita sul nostro pianeta. Il libro descrive comel’aumento delle allergie potrebbe essere in gran parte attribuibile ai cibi GM.
Studi scientifici hanno riscontrato chiare connessioni tra il consumo di grano GM e le alterazioni immunologiche nell’intestino, che comportano un aggravamento della sensibilità agli allergeni. Quando un nuovo gene è introdotto nel genoma di una pianta, il principale risultato è la produzione di una nuova proteina. A volte le nuove proteine che si trovano nelle piante transgeniche sono del tutto nuove per l’organismo umano.
Le proteine sono molecole composte da catene di aminoacidi di diverso genere che si configurano in strutture tridimensionali. Esistono innumerevoli tipi di proteine, che innescano nell’organismo una miriade di processi chimici e fisici. In teoria ogni proteina ha il potenziale per innescare una reazione allergica. (…)
Più le piante geneticamente modificate si diffondono sul mercato, maggiore è il numero di individui che si troverà a consumare nuove proteine potenzialmente allergeniche.
4. Residui di farmaci nell’acqua corrente.
Molti studi includono tra le possibili cause l’esposizione cronica ai residui farmacologici esistenti nella nostra acqua potabile. I nostri organismi hanno ottime capacità di ripulirsi dai residui de farmaci quando l’assunzione avviene in un’unica dose, ma soffrono se esposti a minime quantità in maniera cronica, come avviene da mezzo secolo. I farmaci possono rappresentare un pericolo unico perché, a differenza di numerosi altri inquinanti, sono stati realizzati per agire sull’organismo umano.
Residui di pillole anticoncezionali, antidepressivi, antidolorifici, shampoo, bagno schiuma e molti altri composti stanno saturando i corsi d’acqua, e mettendo di fronte ad un dilemma normativo i funzionari ambientali e della sanità.
Prodotti per la cura personale e farmacia sono riversati nei fiumi dagli impianti di trattamento delle acque reflue o sotterranee tramite i sistemi settici. Secondol’Environmental Protection Agency, tali sostanze, dette ‘contaminanti emergenti’, si trovano praticamente ovunque e possono essere tra le cause dell’incremento dei tassi di molti tipi di allergie.
Si tratta di sostanze chimiche progettate per avere effetti specifici a concentrazioni molto basse. E’ ciò che fanno tutti i prodotti farmaceutici. Così, quando si infiltrano nell’ambiente, la loro assunzione in misura diluita non comporta alcuno shock immediato nell’organismo delle persone. Il problema è che queste sostanze sono state testate per essere assunte in archi temporali limitati, non per tutta una vita. I farmaci a basso dosaggio presenti nell’acqua corrente sono anche in grado di causare allergie quando interagiscono con altri farmaci assunti dietro prescrizione medica.
“Sappiamo di essere esposti ai residui dei farmaci assunti da terzi, tramite l’acqua potabile, e sappiamo che non è una cosa positiva,” ha affermato il dottor David Carpenter, che dirige l’Istituto per la Salute e l’Ambiente della State University di New York.
Residui di pillole anticoncezionali, antidepressivi, antidolorifici, shampoo, bagno schiuma e molti altri composti stanno saturando i corsi d’acqua, e mettendo di fronte ad un dilemma normativo i funzionari ambientali e della sanità.
Prodotti per la cura personale e farmacia sono riversati nei fiumi dagli impianti di trattamento delle acque reflue o sotterranee tramite i sistemi settici. Secondol’Environmental Protection Agency, tali sostanze, dette ‘contaminanti emergenti’, si trovano praticamente ovunque e possono essere tra le cause dell’incremento dei tassi di molti tipi di allergie.
Si tratta di sostanze chimiche progettate per avere effetti specifici a concentrazioni molto basse. E’ ciò che fanno tutti i prodotti farmaceutici. Così, quando si infiltrano nell’ambiente, la loro assunzione in misura diluita non comporta alcuno shock immediato nell’organismo delle persone. Il problema è che queste sostanze sono state testate per essere assunte in archi temporali limitati, non per tutta una vita. I farmaci a basso dosaggio presenti nell’acqua corrente sono anche in grado di causare allergie quando interagiscono con altri farmaci assunti dietro prescrizione medica.
“Sappiamo di essere esposti ai residui dei farmaci assunti da terzi, tramite l’acqua potabile, e sappiamo che non è una cosa positiva,” ha affermato il dottor David Carpenter, che dirige l’Istituto per la Salute e l’Ambiente della State University di New York.
5. Vaccini.
I vaccini intasano il sistema linfatico ed i linfonodi con grandi molecole proteiche che non sono state adeguatamente trattate dai nostri processi digestivi, dato che essendo inoculati, non transitano nelle viscere. Questo è il principale motivo per cui i vaccini sono legati alle allergie; perché contengono proteine di grandi dimensioni.
In generale la percentuale di bambini che crescendo sviluppava allergie si attestava intorno al 20%, ma con l’aumento della frequenza delle vaccinazioni raccomandate prima del terzo anno d’età, tale percentuale andrà incrementandosi.
Quella alle uova è la seconda allergia alimentare più comune nella prima infanzia. Circa 1,5-3,2% dei bambini sotto i 3 anni sviluppano allergia alle uova. Sta rapidamente diventando un fatto noto che i soggetti allergici alle uova devono consultare il medico prima di sottoporsi a vaccinazioni. Ciò perché a volte i vaccini sono coltivati geneticamente in embrioni di gallina.
Uno dei primi vaccini somministrati ai bambini, il DTaP 10, contiene caseina. L’allergia alla caseina appare nei primi mesi di vita. Un altro vaccino somministrato ai bambini a due mesi di età è il pneumococcico coniugato (PCV7). Ogni sierotipo di tale vaccino è coltivato in un brodo di peptone di soia. E l’allergia alla soia nei bambini di solito si manifesta verso i 3 mesi di età. Solo delle coincidenze?
Conclusione.
Questo non è un invito rivolto ai genitori ad abbandonare tutte le pratiche di igiene, in quanto è l’igiene (non le vaccinazioni) che ha sradicato molte malattie infettive negli ultimi secoli. Tuttavia, è importante mantenere un senso di consapevolezza di tutti i fattori che possono influenzare le allergie infantili ed in età adulta.
Forse dovremmo cominciare a concentrarci di più sull’utilizzo di detergenti naturali e prodotti per la pulizia organici. Ma per prima cosa dobbiamo sbarazzarci dei prodotti per la pulizia domestica che deprimono il sistema immunitario con agenti cancerogeni(deodoranti per ambienti, solventi e pitture, alimenti cotti nel microonde all’interno di contenitori in plastica, ecc.)
Note sull’autore. Dave Mihalovič è un medico naturopata specializzato in immunologia e prevenzione oncologica con approccio naturale.
Sintesi di un articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito Prevent Disease
Link diretto:
http://preventdisease.com/news/14/051814_5-Reasons-Allergies-Increasing.shtmlFonte e Traduzione a cura di Anticorpi.info
Nessun commento:
Posta un commento