Ogni grande colosso, ogni grande
istituzione ha sempre un punto debole, un “tallone d’Achille”. Quello
dell’Unione Europea è certamente la Grecia.
Ma non solo, essa potrebbe
risultare il punto debole del Fondo monetario internazionale (Fmi),
della Banca mondiale e dell’ormai decennale egemonia Statunitense
sull’economia mondiale. Insomma, la Grecia potrebbe rivelarsi un’arma
più pericolosa del previsto e questo, Putin sembra averlo capito
benissimo (a differenza della Merkel e degli esponenti del Fmi). E’ di
oggi infatti la notizia che Putin avrebbe proposto a Tsipras un’offerta
molto allettante: entrare nella “Nuova banca di Sviluppo” dei Brics.
Cosa sono i “Brics” e
cos’è la“New Development Bank” e per quale motivo risulta così
allettante alla Grecia? “Brics” è l’acronimo che indica cinque paesi che
hanno forti economie in via di sviluppo, una grande popolazione ed un
territorio con innumerevoli risorse. Questi paesi sono Brasile, Russia,
India, Cina e Sudafrica. Fino al 15 luglio 2014 questo acronimo era solo
una delle tante parole puramente teoriche usate in economia
internazionale. Ma, durante il sesto summit dei Brics, svoltosi appunto
il 14 luglio, questa parola ha assunto un significato molto più ampio. I
cinque paesi infatti hanno deciso di fondare una vera e propria entità
politica, la già citata New Development Bank (Ndb). In essa ogni stato
fondatore capitalizzerà una cifra già definita in partenza,
proporzionale al proprio PIL (la Cina sarà il paese che metterà le
maggiori riserve, ossia 41 miliardi, il Sudafrica le minori, appena 5
miliardi). L’obiettivo di questo progetto è di fungere da alternativa al
Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale, ridimensionando
così lo strapotere della moneta maggiormente favorita da questo sistema,
il Dollaro. La scelta di questi cinque colossi di formare
un’alternativa al sistema vigente nasce dalla ormai palese cecità ed
egoismo degli Stati Uniti e dell’Europa: l’economia dei Brics
rappresenta da sola il 25% dell’economia mondiale, ma questo peso ed
importanza non è stato ancora riconosciuto all’interno dell’Fmi, dove i
paesi appartenenti al Brics detengono solo il 10,3% dei voti. Perciò,
stanchi della mancanza di attenzione alle richieste di avere un ruolo
maggiore all’interno del Fmi e della Banca Mondiale e dell’inerzia dei
Paesi dominanti e accortisi di avere i mezzi economici necessari, hanno
deciso di rivoluzionare l’economia mondiale. Da oggi in poi le decisioni
non si prenderanno solo a Washington (sede sia del Fmi che della Banca
mondiale) ma anche a Shanghai (sede della Ndb). Terminata questa breve
descrizione dei fatti, è necessario capire cosa c’entri la piccola ed
economicamente dilaniata Grecia in tutto questo discorso. Come ormai
tutti sanno, la Grecia è da qualche anno sull’orlo del baratro e la sua
fine ormai, agli occhi di molti, sembra segnata. Il governo Tsipras, da
poco eletto, sta facendo di tutto per salvare il paese in difficoltà, ma
la strada è in salita. Le casse dello stato greco sono vuote e i
creditori, capeggiati dalla Fmi che ha prestato ingenti quantità di
denaro alla Grecia, stanno bussando alla porta di Tsipras. Inoltre, come
se non bastasse, lo stesso Fmi si è detto restio ad un eventuale terzo
salvataggio nel prossimo futuro. Ormai non sembra ci siano più strade
percorribili, vie di fuga sembrano non essercene più. E invece no. La
via di fuga per la Grecia è proprio la proposta di Putin, di cui
parlavamo prima, arrivata ieri sera sulla scrivania del disperato
Tsipras. Quest’ultimo, comprensibilmente, sembra aver gradito la gentile
offerta del Cremlino e ha dichiarato che un’eventuale adesione verrà
discussa a giungo a San Pietroburgo. Sembra però a questo punto
piuttosto probabile l’addio della Grecia dall’Fmi soprattutto perché la
New Development Bank ha i fondi necessari a salvare la Grecia e non
sembra farsi troppi problemi ad investirli per questa causa.
La parte più
interessante della vicenda è però un’altra: bisogna infatti chiedersi
per quale motivo i Brics sarebbero disposti a spendere così tanti soldi
(si pensa circa 50 miliardi) per salvare un paese come la Grecia. Cosa
ci guadagnano? La risposta possiamo ritrovarla nelle parole di Paul
Craig Roberts, ex sottosegretario del Tesoro negli Usa, rilasciate in
una intervista a King World News:” In questo momento ci sono molte cose
nel sistema finanziario che possono crollare. Usa ed Europa per poco,
fintanto che possono stampare denaro, potranno mantenere in piedi questo
sistema truccato. Nel momento in cui il valore del dollaro e dell’Euro
inizierà a collassare, il gioco terminerà. C’è la possibilità che “un
cigno nero di massa”, un evento non previsto, faccia collassate il
tutto, e che si sviluppi a causa della crisi greca e dell’elezione del
nuovo governo Tsipras. Ciò si verificherà se le banche tedesche,
creditrici della Grecia e i politici dell’Unione Europea si rifiuteranno
di soddisfare le legittime necessità del governo greco.” A questo punto
l’obiettivo di Putin e degli altri membri del Brics sembra essere
palese: far traballare l’Unione Europea grazie alla Grecia. Infatti,
qualora la Grecia dovesse accettare l’invito ad unirsi ai Brics per non
avere più problemi con i debiti, cosa potrebbe ancora ostacolare anche
gli altri paesi europei in difficoltà (Italia, Spagna, Portogallo ecc.)
dal fare lo stesso? Nulla, assolutamente nulla. Ciò significherebbe la
disgregazione dell’Unione Europea, un vero e proprio cataclisma per gli
Usa, la Fmi e la Banca mondiale. Il piano sembra essere perfetto, anche
grazie alla miopia delle istituzioni che dovrebbero aiutare la Grecia ma
che invece la lasciano in una situazione tragica, conducendola così tra
le dolci braccia di Putin e dei Brics. In molti video e foto in Russia
si lascia intendere che Putin sia un ottimo tiratore sia col fucile che
con l’arco. Chissà che anche lui, come Paride con Achille, non riesca a
colpire “il tallone dell’Unione europea”. In questo di solito Putin non
sbaglia mai…
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