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Ultimatum del FMI alla Grecia:«prendere o lasciare»

Di fronte alle incertezze del governo greco, si fa strada l'ipotesi di un ultimatum (prendere o lasciare) dell'Fmi come avvenne nel caso di Cipro, qualora non si riuscisse
a raggiungere un accordo entro tempi ragionevoli. Cipro venne messa di fronte a un bivio: o ristrutturare il sistema bancario, mettere i controlli di capitale e ottenere i prestiti o essere lasciata al suo destino. Il problema è che Cipro non aveva un debito “monstre” di 330 miliardi di euro, di cui l'80% con enti pubblici europei e Fmi.

La storia si ripete ma senza mai comprenderne gli effetti: tra europei e Fondo monetario è ancora divisione profonda dopo lo scontro del 2010 su come risolvere la crisi debitoria della Grecia. Un documento interno dell'Fmi, fatto filtrare all'esterno, rivela che la Grecia non sarebbe in grado di affrontare le scadenze dei pagamenti previsti dal 5 giugno senza il versamento dell'ultima tranche ferma da agosto e pari a 7,2 miliardi di euro. Inoltre il quotidiano greco Kathimerini, conservatore e critico verso il governo Tsipras, ha pubblicato la notizia che Atene aveva avvisato l'Fmi dell'impossibilità di onorare il pagamento del 12 maggio con una lettera diretta da Tsipras a Christine Lagarde, direttore generale dl Fondo monetario, prima che fosse suggerita la soluzione-ponte dell'uso dei fondi di riserva greci giacenti presso lo stesso Fmi.

Il documento interno dell'Fmi ha reso noto che, prima di acconsentire allo sblocco dei fondi di sua competenza, il Fondo vorrebbe che siano decise «misure coerenti sulla sostenibilità del debito (anche se il documento precisa che Paul Thomsen, il capo europeo dell'Fmi, «non sta forzando i partners Ue a considerare un haircut del debito») e che non può acconsentire a un'intesa frettolosa e pasticciata (“quick and dirty”).

In un passaggio critico, in linguaggio cifrato, il personale Fmi evidenzia le differenze con la posizione europea: l'Fmi è preoccupato che il rilassamento sulle riforme concesso eventualmente dagli europei debba essere compensato da un taglio del debito. Il Fondo monetario internazionale - a differenza dell'Unione europea - non può firmare un piano che non ha una sostenibilità del debito. Fonti governative greche ritengono che l'Fmi potrebbe cercare di scaricare i suoi prestiti alla Grecia al Meccanismo europeo di stabilità (Esm), il fondo creato durante la crisi del debito del 2010, se le regole interne gli impedissero di firmare un accordo entro fine mese. Ipotesi ancora da verificare ma che potrebbe togliere le castagne dal fuoco al direttore Christine Lagarde.

Al momento, ammette il Fondo «siamo ancora lontani da un accordo con Atene». La questione è molto importante, in quanto circa metà dei fondi residui del secondo piano (3,6 miliardi di euro su 7,2 miliardi di euro complessivi) dovrebbero essere erogati proprio dall'Fmi.

Per le misure di politica economica, i rappresentanti Fmi ammettono progressi «sull'Iva, regime fallimentare ed esazione delle imposte», mentre rilevano ritardi su pensioni e mercato del lavoro. Lo staff del Fondo reputa ineludibili altri interventi strutturali, punta sul taglio o sull'allungamento delle maturity del debito, mentre gli europei sono pronti a ridurre il peso delle riforme, ma non a tagliare il debito. Un compromesso è necessario tra i creditori prima che con la Grecia.

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/mondo/2015-05-19/l-fmi-pensa-ipotesi-un-prendere-o-lasciare-atene-come-avvenne-cipro-183408.shtml?uuid=ABnfN0iD

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