Secondo diverse fonti confermate anche da “La Stampa”, Teheran avrebbe inviato in Siria oltre 15.000 miliziani sciiti che potrebbero, con il loro contributo, portare a una vera e propria svolta nella guerra civile che infuria nel Paese dal 2011.
In Siria la guerra civile in quattro anni ha provocato decine e decine di migliaia di morti, intere città distrutte, fosse comuni e soprattutto omicidi indiscriminati a base confessionale. Non solo, bande di jihadisti facenti capo ad Al-Nusra (Al Qaeda in Siria) e allo Stato Islamico, hanno preso la leadership dello schieramento contro Damasco, e di conseguenza da essere una guerra contro Assad quella siriana è diventata una guerra di tutti coloro che non abbracciano il jihadismo radicale per la propria sopravvivenza fisica. L’Isis infatti ha dimostrato di non possedere pietà e di procedere senza troppi problemi all’eliminazione fisica di tutti coloro che, per diversi motivi, vengono identificati come infedeli. Nell’ultimo mese i jihadisti hanno conseguito importanti conquiste territoriali imponendosi ad Idlib e a Palmira, e tutti i giornali hanno subito preoccupati cominciato a parlare del rischio che lo Stato Islamico e Al-Nusra possano marciare ben presto su Damasco, difesa dalle forze armate siriane rimaste fedeli ad Assad sin dal 2011. Oggi però le cose potrebbero cambiare molto rapidamente dopo che da Teheran, si rincorrono le voci di un intervento iraniano in Siria che potrebbe velocemente cambiare le sorti della guerra. Sin dal 2011 infatti Assad è stato supportato dall’Iran e da Hezbollah, e ora che l’Occidente e soprattutto paesi come la Turchia, il Qatar e l’Arabia Saudita continuano a rinfocolare la guerra fornendo assistenza logistica e finanziaria ai ribelli, ecco che la Repubblica Islamica ha deciso di entrare a sua volta a pieno titolo nello scacchiere siriano. Secondo quanto riportato da giornali e tv libanesi infatti, l’Iran avrebbe già fatto entrare in Siria qualcosa come 15.000 miliziani sciiti, promettendo così di fare una bella sorpresa ai nemici di Damasco. Si tratterebbe di miliziani reclutati in Iran, Iraq e Afghanistan, pronti a sostenere l’esercito di Assad e a respingere l’avanzata jihadista. Se confermata questa notizia rappresenterebbe una autentica svolta nel conflitto siriano in quanto consentirebbe a Damasco di riprendere in mano l’iniziativa militare e di procedere alla riconquista dei territori perduti in anni di guerra. Si tratterebbe di un ingresso in grande stile dell’Iran nello scacchiere siriano, ed è chiaro che ciò potrebbe rappresentare un colpo durissimo per quei paesi che fingono di combattere lo Stato Islamico per poi favorirlo sia indirettamente che direttamente (vedi il comportamento della Turchia o della coalizione a guida Usa). E se l’intervento iraniano dovesse servire a sparigliare le carte, ecco che lo Stato Islamico non avrebbe altra scelta che arretrare verso l’Iraq, dove peraltro sono tutti in attesa di una controffensiva del governo di Baghdad troppe volte invocata e troppo spesso rinviata. In tutto questo come la prederanno Obama, Erdogan e soci? La sensazione è che difficilmente accetteranno di aver sprecato miliardi di dollari per destabilizzare la Siria negli ultimi quattro anni, e quindi procederanno a rinfocolare ulteriormente l’escalation militare.
Gb
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