Un gruppo di scienziati ha lanciato l’allarme sul fatto che che il mondo è tristemente impreparato ad affrontare una massiccia eruzione vulcanica che potrebbe
uccidere milioni di persone e distruggere gran parte della società moderna. In un nuovo rapporto sui rischi che sono da imputare alle calamità naturali, gli esperti della Fondazione europea della scienza, hanno concluso che le grandi eruzioni vulcaniche sono quelle che rappresentano il più grande rischio per la sopravvivenza umana.
Gli scienziati hanno calcolato che esiste dal 5 al 10 per cento di probabilità che, entro la fine del secolo, si verifichi un’eruzione esplosiva abbastanza grande da causare un gran numero di morti, alterare il clima e avvelenare l’atmosfera del pianeta.
Tale eruzione sarebbe di dimensioni simili all’esplosione del 1815 del Tambora in Indonesia, che uccise circa 100.000 persone quasi istantaneamente. La nube di cenere generata da quella eruzione raggiunse i 43 km di altezza nell’atmosfera, innescando cambiamenti di temperatura che portarono fame diffusa ed epidemie.
LA DEVASTAZIONE GLOBALE CHE PUO’ CAUSARE UN VULCANO
Nel 1783 l’esplosione del vulcano Laki (sopra) avvelena gran parte del terreno circostante in Islanda, ma il suo impatto si è allontato ulteriormente, creando cenere che ha causato la morte di 25.000 persone nel Regno Unito e una carestia in Egitto
Una eruzione vulcanica di dimensioni simili fu quella del vulcano Laki che colpì l’Islanda nel 1783, che se avvenisse ora potrebbe avere impatti globali molto più rilevanti, secondo lo studio. Anche se l’esplosione vulcanica è stata valutata solo in VEI 5 sull’indice di esplosività vulcanica, ebbe una profonda portata. L’eruzione causo’ 9.350 morti in Islanda e danni moderati in tutta l’isola ma, tuttavia, negli otto mesi di eruzione, emise enormi quantità di anidride solforica, cenere ed altri gas.
Questa eruzione ha poi causato uno dei più importanti eventi climatici e sociali che si siano mai verificati sul pianeta nello scorso millennio, secondo gli scienziati della Fondazione europea della scienza. In Islanda si stima che il 20-25% della popolazione morì nella carestia e nell’avvelenamento da fluoro dopo che cessarono le emissioni vulcaniche. Circa l’80% delle pecore, il 50% dei bovini, e il 50% dei cavalli sono morti a causa della fluorosi dentale e scheletrica causata dagli 8 milioni di tonnellate di fluoruro di idrogeno che furono rilasciati.
Ci sono prove che l’eruzione del Laki aveva indebolito la circolazione dei monsoni africani e indiani, riducendo le precipitazioni sulle aree Africane. La carestia risultante che afflisse l’Egitto nel 1784 causò la morte di quasi un sesto della popolazione del paese.
In Gran Bretagna l’estate del 1783 fu etichettata come “l’estate di sabbia’ a causa della ricaduta delle ceneri e si stima che 25.000 persone siano morte a causa di problemi respiratori.
Condizioni di meteo estremo colpirono gran parte dell’Europa, del Nord America e del Golfo del Messico per diversi anni a seguito dell’eruzione, come dichiarato nel rapporto e fece il paio con l’anno dell’eruzione del Tambora, noto come ‘l’anno senza estate’.
Gli scienziati avvertono, però, che l’aumento dei livelli di popolazione e la crescente dipendenza dagli spostamenti a livello globale potrebbe significare che l’impatto di una simile eruzione potrebbe essere al giorno d’oggi molto più grave.
Scrivendo nella loro relazione “Extreme Geohazards: Ridurre il rischio delle catastrofi e aumentare la resilienza“, gli esperti avvertono che ci deve essere una risposta internazionale per prepararsi per l’eventualità di un tale disastro e per monitorare eventi simili.
Si stima che una catastrofe del genere potrebbe costare tra £ 340.000.000 ($ 500 milioni di dollari) e £ 2300000000 (3,5 miliardi dollari) l’anno per aumentare il livello di monitoraggio delle eruzioni vulcaniche catastrofiche, ma i benefici che un allarme precoce potrebbe dare sarebbe da dieci a centinaia di volte maggiore.
La relazione afferma: ‘Anche se negli ultimi decenni i terremoti sono stati la principale causa di morti e di danni, il principale rischio globale sono le grandi eruzioni vulcaniche che sono meno frequenti ma molto più incisive rispetto anche ai più grandi terremoti. A causa dei loro effetti di vasta portata sul clima, sulla sicurezza alimentare, sui trasporti, e le catene di approvvigionamento, questi eventi hanno il potenziale per innescare un disastro globale e la catastrofe.
“Il costo della risposta e la capacità di rispondere a questi eventi è oltre le capacità finanziarie e politiche di ogni singolo paese. ‘Sarà necessaria una risposta geopolitica internazionale, dove la scienza ha un ruolo unico e fondamentale in preparazione, risposta e mitigazione nei confronti del rischio.”
Il rapporto, che è stato presentato in occasione dell’assemblea generale della European Geosciences Union di Vienna, esamina i i principali rischi geologici presenti nel mondo, tra cui terremoti, siccità, asteroidi, inondazioni, tsunami, uragani, valanghe e incendi. E’ stato rilevato che i grandi terremoti e gli tsunami estremi sono più comuni negli ultimi 2000 anni e questo sta concentrando le risorse di reazione alle catastrofi mondiali su queste minacce. Ma il rischio posto dalle eruzioni vulcaniche è potenzialmente molto più grave, basti pensare alle recenti eruzioni, come quella delvulcano islandese Eyjafjallajokull, che ha causato disagi diffusi con le nubi di cenere immesse in atmosfera.
I resti del vulcano Tambora in Sumbawa, Indonesia, che ha innescato cambiamenti globali del clima
Ha creato il più alto livello di problemi nel trasporto aereo in Europa dopo la seconda guerra mondiale ed è costato all’economia europea intorno ai 5 miliardi di dollari. Tuttavia, i ricercatori hanno affermato che questa eruzione era relativamente minore, come rating tra tre e quattro sul indice di esplosività vulcanica (VEI). In confronto, l’eruzione vulcanica del 79 D.C. del Vesuvio che distrusse Pompei in Italia è stata circa di VEI5 come anche l’Esplosione di Mount St Helen nel 1980.
Circa 75.000 anni fa, l’esplosione di un supervulcano nei pressi del lago Toba a Sumatra, in Indonesia è stata una delle più grandi eruzioni conosciute del mondo, valutata come intensità VEI8, che causò un inverno vulcanico globale durato circa 10 anni e collegato a 1.000 anni di raffreddamento del pianeta.
Il grafico qui sopra mostra l’entità delle eruzioni vulcaniche sul indice di esplosività vulcanica. A sinistra mostra il volume di tefrite (materiale vulcanico) gettato mentre sulla destra mostra le dimensioni del pennacchio di cenere
Ci sono anche prove che mostrano che, durante questi eventi, la popolazione umana è scesa ai livelli più bassi di sempre, organizzata in pochi gruppi isolati. Il rapporto dice che le eruzioni su questa scala si verificano tra una volta ogni 45.000 anni e una volta ogni 714 mila anni, ma tale tipo di evento potrebbe uccidere fino a un decimo della popolazione mondiale. ‘Eventi sulla scala dell’eruzione Toba di 74 mila anni fa, potrebbero far tornare l’umanità a uno stato di pre-civiltà,’ hanno avvertito gli scienziati.
Questo grafico mostra l’analisi della relativa minaccia rappresentata da diverse calamità naturali per l’umanità
«Le eruzioni vulcaniche possono avere un impatto più grave attraverso gli effetti atmosferici e climatici e portare a problemi drastici di sicurezza alimentare e idrica, comeevidenziato dalla carestia e le malattie diffuse che erano dilagate dopo le eruzioni del Laki nel 1783 e del Tambora nel 1815.
‘Quindi, le eruzioni vulcaniche estreme rappresentano un rischio più elevato associato a tutti gli altri rischi naturali con periodi di ricorrenza simili, compresi gli impatti di asteroidi.’
Gli scienziati hanno dichiarato: ‘Perché non siamo preparati per gli eventi estremi? Le ragioni di questo sono la bassa probabilità percepita che possa accadere un evento del genere, la bassa sensibilità politica, e uno scollamento tra le comunità scientifiche e chi ha i poteri decisionali.
‘I motivi per la mancanza di strategie socialmente accettabili includono le spese di preparazione per un pericolo estremo, e, in alcuni casi, la convinzione che le conseguenze sarebbero così estreme che la preparazione quindi sarebbe inutile. ‘ I ricercatori hanno aggiunto che i leader mondiali dovrebbero da ora spendere fino a 2 miliardi di sterline l’anno su una rete globale per monitorare l’attività vulcanica, in quanto anche un paio di settimane di allarme precoce potrebbero essere cruciali.
La tabella indica gli effetti stimati derivanti da diverse eruzioni vulcaniche in tempi recenti
‘La bassa frequenza di queste minacce, riferendosi agli eventi ad alto impatto, da si che questi siano grossolanamente sottovalutati nella riduzione del rischio di catastrofi, e questo in particolare per le eruzioni vulcaniche.
‘Durante l’Olocene, hanno avuto luogo almeno sette eruzioni VEI 7 e tutte, tranne una, si sono verificate in un momento in cui la popolazione mondiale era di gran lunga inferiore a 1 miliardo.’Con una popolazione superiore a 7 miliardi e in procinto di arrivare a 12 miliardi, una ricorrenza di un’eruzione VEI 7 potrebbe avere conseguenze estreme.’
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