Aveva 18 mesi il bimbo che è morto a Palagonia, in provincia di Catania, 3 giorni dopo essere stato sottoposto al vaccino antimeningococco del tipo C contro la meningite. Proprio sull’ipotesi di un legame tra la profilassi e il decesso indaga la procura di Caltagirone: “Il vaccino era stato somministrato tre giorni fa e da quello che mi risulta in perfetto stato di conservazione”, dice Giuseppe Verzera, procuratore della Repubblica di Caltagirone, che aggiunge: “Saranno gli accertamenti autoptici a stabilire se effettivamente ci possa essere un nesso causale tra la morte del piccolo e la vaccinazione”.
Subito dopo la diffusione della notizia, l’Asp (Azienda sanitaria provinciale) etnea ha avviato delle verifiche, ed “in via assolutamente prudenziale” ha sospeso l’utilizzo del lotto del vaccino in tutta la provincia. Ha inoltre avviato una segnalazione all’Agenzia italiana del farmaco per ulteriori verifiche ed accertamenti. Scettico sull’ipotesi di un nesso causale è il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza. “È molto improbabile – ha spiegato Rezza – che la morte del bimbo sia attribuibile alla vaccinazione”, che non presenta “effetti avversi talmente gravi da portare alla morte”. Quello contro il meningococco del tipo C, precisa l’esperto, è infatti tra tutti i tipi di vaccini uno dei “maggiormente innocui, dal momento che è derivato semplicemente da una proteina purificata e non da cellule batteriche”.
Sulla vicenda, destinata a riaprire le polemiche sui presunti rischi connessi alle somministrazioni dei vaccini, indagano i carabinieri del Comando provinciale di Catania ed i militari del Nas del capoluogo siciliano. La Procura di Caltagirone ha disposto l’acquisizione di tutti gli atti relativi alla morte del piccolo, dalla conservazione del vaccino agli effetti mostrati dopo la somministrazione del farmaco.
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