La vita possiede uno schema interiore che è bene comprendere. I medici affermano che ogni 7 anni il corpo e la mente attraversano una crisi e un cambiamento.
Ogni 7 anni tutte le cellule del nostro corpo si rinnovano… Allo scadere del 7° anno, ogni cosa è cambiata in noi, proprio come cambiano le stagioni. La linea della vita inizia alla nascita e termina con la morte. Dopo i 70 anni, il cerchio si chiude. Quel cerchio è diviso in 10 parti.
Durante i primi 7 anni, il bimbo è concentrato su di sé, come se fosse il centro del mondo. Tutta la famiglia gli ruota intorno pronta a soddisfare ogni suo desiderio e se non lo fa, il bimbo fa i capricci, cade in preda alla collera, all’ira. Nei suoi primi 7 anni, il bambino è un perfetto egoista. Lui vive in uno stato di “masturbazione”, totalmente appagato di se stesso… Non ha bisogno di altro: si sente completo.
Trascorsi i 7 anni, avviene il passaggio: non è più concentrato su se stesso e si muove verso gli altri… pone un sacco di domande. Annoia a morte i genitori, diventa un tormento vivente perché diventa sempre più filosofo: è un ricercatore scettico che vuole penetrare nelle cose. Distrugge un giocattolo perché vuole vedere come funziona; uccide una farfalla per vedere come è fatta dentro. Il suo interesse si orienta sugli altri ma solo su quelli del suo sesso. Gli psicologi definiscono questo secondo settennale lo stadio “omosessuale“.
Dopo il 14° anno di età, si apre una nuova porta: l’interesse per l’altro sesso. Questo è il periodo dell’eterosessualità. La sessualità è matura, il ragazzo/a comincia a pensare al sesso e nei suoi sogni predominano le fantasie sessuali. Comincia il corteggiamento… fa il suo ingresso nel mondo.
A partire dal 21° anno, se tutto si è evoluto nella normalità, il/la giovane comincia a interessarsi a mete più ambiziose e un po’ meno all’amore. Desidera beni materiali, vuole il successo… si manifesta l’ambizione, come competere e lottare per far carriera. Tutto il suo essere è attratto dal potere, dal prestigio e sul come ottenerli.
Verso i 28 anni, capisce che non può ottenere tutto ciò che vuole. Ha compreso che molti suoi desideri sono impossibili e comincerà a focalizzarsi sulla possibilità di aprire un’altra porta. Si focalizzerà sulla comodità e la sicurezza, anziché sull’avventura e sull’ambizione. A 28 anni termina la vita da “spensierati”. Ora è l’età in cui si diventa inquadrati. Si pensa ad aprirsi il conto in banca, a prendere casa, a stipulare un’assicurazione… insomma, si pensa a sistemarsi.
A 35 anni l’energia vitale raggiunge il punto Omega: metà del cerchio della vita è stato completato. Da questo momento inizia il declino dell’energia. Ora non ci si interessa più solo alla sicurezza e comodità, ma si diventa anche conformisti. Ciò che può destabilizzare o sconvolgere la propria vita diventa tabù. A partire da ora, si entra a far parte del mondo convenzionale: si comincia a credere nelle tradizioni, nel passato, nella religione. Ora le regole non fanno più paura, l’ordine e la disciplina entrano a far parte del nostro mondo.
A partire dai 42 anni, iniziano i disturbi fisici e mentali. Inizia il declino. Questa è l’età più pericolosa, quella che mette in crisi. I capelli diventano grigi,cominciano a cadere…la pelle è più spenta e cede sotto la forza della gravità. Intorno ai 42 anni ci si incomincia a interessare seriamente alla religione. Si sente il bisogno di credere in qualcosa di supremo e di meditare.
A 49 anni inizia il declino sessuale e con esso anche tutti i sensi di colpa che ne derivano. La società esercita una grande pressione visto che impone un ruolo sessuale attivo e un uomo comincia a sentirsi in colpa o a colpevolizzare la patner perché non ha tutti i rapporti che la società “dice“ che dovrebbe avere.
A 56 anni in poi si inizia a perdere interesse verso gli altri, verso le formalità e la società. Inizia il progressivo cammino verso lo Sannyasin, ovvero la ricerca del vero. Inizia la scalata verso la concentrazione in se stessi, che arriva al culmine a 63 anni. Ora si è come dei bambini… si pensa solo a se stessi. Si entra nella propria interiorità, proprio come nella fanciullezza, ma arricchiti di conoscenza, di maturità e in grado di comprendere. E’ anche il momento in cui ci si prepara internamente alla morte. Il che non significa aspettare di morire, ma essere pronti a morire con calma e serenità, consapevoli di essere venuti al mondo per imparare dagli altri e da se stessi…
A 70 anni si dovrebbe essere pronti. Se la vita ha seguito uno schema naturale, prima della morte, giusto nove mesi prima, si diventerà consapevoli che la morte sta arrivando. Così come il feto ha impiegato 9 mesi per poter vedere la luce, così si diventerà – 9 mesi prima – consapevoli della morte: ora si entra di nuovo nell’utero, quello dentro di noi. Gli indiani lo chiamano “Garbha“ ed è ovviamente simbolico. E’ semplicemente il nostro ricettacolo interiore, dove vive il nostro Dio, da sempre.
Questo processo naturale settennale, è il ciclo della vita!!
Tratto da: “La maturità” di Osho
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