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Il disastro di ENI in Val d’Agri: composti cancerogeni nelle falde ben oltre il COVA


Vi alleghiamo alcune analisi pubblicate marginalmente, come sempre, sul sito della Regione Basilicata. Arpab in alcuni piezometri fuori il COVA rileva sforamenti da: manganese, ferro, sommatoria policiclici aromatici, benzopirene, dibenzo – antracene, indeno pirene, dicloroetilene, benzofluorantene ed altro. Sostanze cancerogene e tossiche ad ampio spettro, ma questo non lo dicono. Manca la georeferenziazione dei dati, le profondità, la modellistica di dispersione in falda, insomma difronte al disastro ambientale sta uscendo fuori tutta la miseria della regione Basilicata.


La barriera idraulica pare argini solo un versante del COVA, e non sapendo come sono fatte le falde non si conosce esattamente ancora la dinamica della contaminazione e la sua profondità, nonchè entità visto che Arpab non rileva tutte le sostanze che dovrebbe rilevare, infatti manca la ricerca di decine e decine di inquinanti previste per legge ed altre a scopo precauzionale

L’Arpab solo adesso inizia a riportare in maniera sistemica e precisa, dopo 19 anni di omissioni, il giudizio di non conformità dei campioni, e nessuno spiega come sia naturalmente spiegabile, come i tenori di ferro e manganese arrivino in alcuni campioni a 13mila o 3300 mcg/l, superando di decine di volte la soglia di legge, prova che ferro e manganese non sono sempre contaminanti esclusivamente naturali come dicono da anni politici e tecnici proni alla politica. E chi inquina sa come giocare con i limiti di legge e con la presuntà “petrogenicità” dei metalli abbondanti in falda.

Ciò che la Regione Basilicata sta mettendo in campo è sempre sottodimensionato rispetto al problema: il disastro è più esteso e pericoloso di quello che ci stanno comunicando e le contromisure messe in campo sono comunque insufficienti. Come Cova Contro ci sentiamo di dire soprattutto alla popolazione locale, di consumare solo previa estesa, imparziale ed accreditata analisi i prodotti locali, dall’acqua agli alimenti, perchè le istituzioni locali non sono tecnicamente in grado di dirlo in maniera accurata, nè libere dal comunicare esiti gravi.Diffidate da chi, pezzo del sistema e finto oppositore, asserisce il contrario, tradendo il proprio territorio. E poi chi aiuta Arpab nelle analisi? L’Ispra, guidata da un condannato, amico storico del PD lucano, che collaboracon ENI in altri progetti ambientali.





vignetta fonte: http://ufficiostampabasilicata.it/2017/05/06/lavignetta_de-scalzi-ammette-sversate-400-tonnellate-petrolio/


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