Martedì 27 maggio in varie zone di Brasilia, capitale del Brasile, gli indigeni di diverse etnie hanno protestato contro i Mondiali di calcio e per chiedere la demarcazione delle terre che occupano e che sono spesso invase da contadini, allevatori e grandi multinazionali. Secondo le autorità i manifestanti erano circa 1.500 – tra indigeni e attivisti – e hanno bloccato per ore una delle strade principali della capitale.
Si sono poi diretti verso lo Stadio Nazionale, che ospiterà la prima partita dei Mondiali, e qui sono stati fermati dai poliziotti in tenuta antisommossa, che hanno lanciato gas lacrimogeni. Gli indigeni hanno cercato di rilanciarli indietro, insieme a sassi, pezzi di legno e frecce scagliate con gli archi: un poliziotto è stato ferito da una freccia. La protesta ha portato alla cancellazione della cerimonia di presentazione della Coppa, che si sarebbe tenuta davanti allo stadio. Attivisti hanno detto al giornale brasiliano Globo che due manifestanti sono stati feriti, ma non si sa dove e quanto gravemente. Gli scontri, a cui hanno partecipato circa 300 persone, sono continuati durante la notte.
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