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La sonda Nasa Dawn intorno a Cerere

Il 6 marzo, la missione Dawn della NASA entrerà in orbita intorno al pianeta nano situato nella fascia degli asteroidi. Durante l'avvicinamento, la sonda ha prodotto immagini sempre più precise della sua superficie, alimentando le congetture dei ricercatori: le macchie più brillanti potrebbero essere dovute alla presenza di ghiaccio espostodi Lee Billings Contenuti correlati « » Acqua su Cerere,
Herschel osserva getti di vaporeAcqua su Cerere, Herschel osserva getti di vapore I gelidi panorami di Vesta nell'occhio della sonda DawnI gelidi panorami di Vesta nell'occhio della sonda Dawn Cerere e Vesta: due pianeti nani che influenzano la TerraCerere e Vesta: due pianeti nani che influenzano la Terra La strana macchia di Cerere planetologia agenzie spaziali Il più grande e più misterioso oggetto della fascia di detriti tra Marte e Giove è un mondo ghiacciato chiamato Cerere che sta per essere esplorato da vicino, per la prima volta, dalla missione Dawn della NASA, la cui entrata nell'orbita del corpo celeste è prevista per il 6 marzo. Scoperto nel 1801 dall'astronomo italiano Giuseppe Piazzi, all'inizio Cerere fu considerato un pianeta vero e proprio. L'ipotesi cominciò a cambiare quando uno dei rivali di Piazzi, l'astronomo William Herschel, osservò che nel suo telescopio Cerere appariva solo come un punto di luce piuttosto che come un disco ben definito, come gli altri pianeti conosciuti. Secondo Herschel questo significava che Cerere era probabilmente troppo piccolo per essere considerato un pianeta: così l'astronomo coniò il termine “asteroide” per descrivere il suo aspetto più simile a quello di una stella. Cerere è stato promosso a “pianeta nano” nel 2006, nell'ambito del processo di revisione che ha retrocesso Plutone allo stesso rango. La sonda Dawn svela i segreti di CerereLe due facce di Cerere, riprese dalla sonda Dawn da 40.000 chilometri di distanza (Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/ DLR/IDA/) Ma in qualunque modo lo si classifichi, dal punto di vista geologico Cerere è uno degli oggetti più interessanti e strani nel sistema solare. La sua forma tonda, le dimensioni e la composizione (è fatto per almeno il 20 per cento di acqua ghiacciata) lo collocano in quella zona di transizione poco conosciuta che separa i pianeti rocciosi, come la Terra, da quelli ghiacciati come Europa (satellite di Giove), Encelado (satellite di Saturno) e altre grandi lune del sistema solare esterno. A eccezione delle sfocate immagini del telescopio spaziale Hubble del 2004, prima dell'avvicinamento di Dawn la superficie di Cerere era stata appena intravista. Ora che i motori ionici della navicella hanno iniziato a spingerla lentamente verso Cerere, il corpo celeste viene messo sempre più a fuoco, rivelando nuovi e interessanti dettagli quasi in ogni foto. Nelle ultime immagini, scattate da una distanza di 46.000 chilometri e rese pubbliche il 25 febbraio, Dawn ha reso più definiti i misteriosi punti luminosi - alcuni dei quali già osservati grazie alle immagini di Hubble - che ricoprono la superficie segnata dai crateri di Cerere. Quella che appariva come la più brillante macchia luminosa si è rivelata l'insieme di due punti vicini nello stesso cratere: il primo più grande e più luminoso, il secondo più piccolo e più debole. “Brillante” è un termine relativo: tutti i punti luminosi sono in realtà piuttosto bui, ma in ogni caso molto più luminosi del resto di Cerere, che è più nero del carbone. Nessuno sa che cosa siano, ma le ipotesi non mancano: forse si tratta di segni di impatti recenti, oppure di minerali depositati da geyser attivi, o di ghiaccio d'acqua espulso da “criovulcani”, o ancora di qualcosa di più selvaggio. Nel 2014 il telescopio spaziale Herschel ha scoperto pennacchi transitori di vapore acqueo che potrebbero essere associati alle posizioni approssimative dei punti bianchi nelle immagini di Hubble. La sonda Dawn svela i segreti di CerereNell'immagine, ripresa da Dawn da 46.000 km di distanza, si distinguono i due punti luminosi all'interno di un bacino da impatto (NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA “Il punto luminoso di Cerere sembra ora avere un compagno di luminosità minore, ma a quanto pare nello stesso bacino”, afferma Chris Russell, principal investigator di Dawn che lavora presso l'Università della California a Los Angeles. "Questo può indicare un'origine vulcanica dei punti, ma dovremo attendere una migliore risoluzione prima di poter dare queste interpretazioni geologiche”. "Le immagini ora sono proprio a quel livello di risoluzione intrigante che ti permette di fare congetture”, sottolinea Mike Brown, del California Institute of Technology, che con le sue ricerche ha contribuito a confermare la riclassificazione di Plutone e Cerere come pianeti nani. Le macchie bianche sembrano dovute a ghiaccio esposto, afferma Brown, ma le osservazioni con telescopi a terra non mostrano alcuna prova della presenza di ghiaccio in punti luminosi. Ma sulla superficie di Cerere il ghiaccio potrebbe non essere perenne, obietta Andy Rivkin, planetologo dell'Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University. “La sua presenza lì significherebbe che si è formato solo di recente, o per effetto di impatti che l'hanno esposto”, dice Rivkin. “Suppongo che anche il criovulcanismo potrebbe averlo portato in superficie, ma l'impatto è l'ipotesi più plausibile”. Tutto ciò che si sa per certo in questo momento è che i punti appaiono sempre più luminosi via via che la vista di Dawn si acuisce, dice Mark Sykes, direttore del Planetary Science Institute e scienziato della missione. E quanto più sono luminosi “tanto più diventano interessanti”, perché il ghiaccio d'acqua è una delle cose più brillanti che i ricercatori potrebbero vedere su Cerere. La sonda Dawn svela i segreti di CerereRappresentazione artistica di Dawn in fase di avvicinamento a Cerere (Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/ DLR/IDA/) “Se su Cerere scoprissimo qualcosa come il criovulcanismo, sarebbe una notizia grandiosa, perché indicherebbe che esistono riserve di acqua sotto la sua superficie”, spiega Sykes. “Non è quello che normalmente s'intende per asteroide, un corpo morto nello spazio che viene urtato da altri dello stesso tipo che stanno intorno. Accadono molte cose su questo oggetto, e ciò potrebbe rendere Cerere molto importante dal punto di vista astrobiologico”. Se si dimostra che è in grado di ospitare la vita extraterrestre e di proiettare acqua nello spazio, spiega Sykes, “in un prossimo futuro si aprirebbe la possibilità d'inviare un altro veicolo spaziale che scenda in uno di questi punti per raccogliere campioni di suolo, dare un'occhiata in giro e verificare se ci siano state forme di vita”. Una missione simile sarebbe relativamente poco costosa, spiega Sykes, perché Cerere è vicino e accessibile. “Si trova tra Marte e Giove, non ha un ambiente ricco di radiazioni pericolose come Europa di Giove, non è lontano come Encelado, la luna di Saturno, e ha una bassa gravità, il che evita di consumare un sacco di energia per atterrare sulla sua superficie! “È troppo presto per dire che cosa c'è effettivamente, ma la prospettiva è molto emozionante”. Dawn è ancora nelle prime fasi di studio di Cerere, e le immagini e i dati scientifici migliori devono ancora arrivare. Nella fase conclusiva, la sonda scenderà a meno di 400 chilometri dalla superficie per studiare la composizione e generare mappe ad alta risoluzione del pianeta nano. La sonda passerà almeno i prossimi 16 mesi a studiarlo, ma poiché il pianeta nano potrebbe ospitare forme di vita sotto la sua superficie, Dawn non si schianterà su di esso alla fine della missione, come avviene normalmente. Invece, una volta esaurito il suo compito, rimarrà in orbita, diventando una piccola luna meccanica di Cerere.

Lescienze

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'ha sentita come entrava la sonda.

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