A Baltimora la popolazione è in rivolta da giorni e in Maryland è stato imposto lo Stato d’emergenza con tanto di mobilitazione della Guardia Nazionale e oltre 15 agenti di polizia in ospedale a causa degli scontri provocati
dall’ennesima morte di un afroamericano per mano degli agenti. I media però trattano la questione solo come vicenda di ordine pubblico, mentre utilizzano il termine “Rivoluzione” solo per quei paesi “non allineati” alla Nato.
Provate a immaginare in che modo la stampa europea e occidentale in generale avrebbe diffuso la notizia di quanto sta accadendo in queste ore a Baltimora, Usa, se fosse accaduto in Venezuela, Cuba o Iran. Quasi certamente i giornali avrebbero aperto con le foto dei blindati della polizia in fiamme in prima pagina, magari utilizzando titoli shock come “Rivoluzione”, oppure “Popolo in rivolta contro l’oppressione”. E’ quanto è successo quando a Caracas la destra non ha accettato la vittoria democratica di Maduro andando a fare le barricate in piazza, oppure a Kiev quando nei giorni del “Maidan” i giornali esaltavano la rivolta del popolo ucraino contro l’oppressore corrotto di turno. Nessuno aveva criticato gli ucraini o i venezuelani perchè sparavano e lanciavano pietre contro le forze dell’ordine, perchè appunto “simpatizzava” per loro, e la loro nella narrazione del mainstream doveva essere percepita per l’appunto come una rivoluzione. Ora che le rivolte infiammano gli Usa però, i giornali trattano gli scontri feroci in atto semplicemente come problema di ordine pubblico, come se si trattasse semplicemente di scontri provocati da teppisti isolati e non di un problema che ormai sta diventando una vera e propria rivolta della comunità afroamericana contro un governo incapace di realizzare parità di diritti e di opporsi alle disuguaglianze. Così non basta che in Maryland sia stato imposto lo Stato d’emergenza, nè che a Baltimora sia stato imposto il coprifuoco, nè che almeno quindici poliziotti siano stati ricoverati in ospedale a causa degli scontri con manifestanti sempre più esasperati. Niente, per i media si tratta solo di episodi dal momento che il sistema americano è “il migliore dei mondi possibili”. E il fatto che Obama condanni la rivolta dicendo che non esiste nessuna scusa per le violenze fa capire come il #DoubleStandard sia diventato ormai un paradigma anche per quanto riguarda la politica interna. Insomma la Casa Bianca denuncia e accusa di dittatura i paesi che usano la polizia per reprimere le proteste di piazza, ma quando le proteste si svolgono nelle sue strade, ecco che non vanno più bene e diventa violenza comune, criminalità, ordine pubblico. E il fatto che i manifestanti di Baltimora lamentino un trattamento criminale e razzista da parte della polizia diventa quasi un problema secondario, questo ovviamente perchè quello del razzismo è un problema di vecchia data della democrazia americana, un problema irrisolto che pesa come un macigno e, prima o dopo, obbligherà gli Stati Uniti a fare i conti con se stessa.Guardia Nazionale mobilitata, coprifuoco a Baltimora e almeno quindici poliziotti in ospedale. E’ il risultato di un pomeriggio di rabbia e follia, in cui la violenza razziale è torna a scuotere gli Stati Uniti. Stavolta a Baltimora, ma per ragioni simili a quelle di Ferguson, New York o North Charleston: gli abusi delle forze dell’ordine contro i neri. Almeno quindici poliziotti sono rimasti feriti, uno al punto di perdere conoscenza, durante gli scontri scoppiati ieri pomeriggio dopo i funerali di Freddie Gray, un ragazzo afro americano di 25 anni morto nei giorni scorsi quando era in stato di arresto. Gray era stato fermato all’inizio del mese, e aveva perso la vita per una lesione alla spina dorsale, avvenuta mentre era sotto la custodia degli agenti. Un nuovo episodio di violenza ingiustificata, usata da poliziotti bianchi contro un detenuto nero. Questo caso aveva già provocato proteste a Baltimora nei giorni scorsi, che però non erano degenerate fino al punto di provocare nuove vittime.
http://www.tribunodelpopolo.it/usa-a-baltimora-e-rivolta-ma-non-per-i-media/
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