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Gli Italiani prendono troppi antibiotici e rischiano la farmaco resistenza

La guerra contro i batteri non è ancora stata vinta. Oggi il rischio è quello di tornare agli anni bui della medicina quando si poteva morire per un’infezione. La resistenza agli antibiotici causa 25 mila morti l’anno in Europa, cifra che raggiungerà quota 10 mila nel 2050, per un costo di 1,5 miliardi di euro.

Alla base del fenomeno vi sono il ricorso eccessivo ed errato agli antibiotici da parte di medici e pazienti, ma anche il loro uso nella profilassi veterinaria e addirittura l’uso non terapeutico negli animali da allevamento, per promuoverne la crescita, nonostante quanto ciò sia stato ufficialmente proibito dall’Europa nel 2006.



ANTIBIOTICI, OGGI LA PRIMA GIORNATA MONDIALE

Con il motto «Antibiotici, maneggiare con cura», proprio per aumentare la consapevolezza su questo problema urgente, definito «una vera e propria catastrofe sanitaria», si celebra oggi la prima giornata mondiale degli antibioticie l’ottava edizione della giornata europea.



«La situazione è drammatica e combattiamo anche contro la diffusa mancanza di consapevolezza» ha detto il Direttore generale per la Sanità e sicurezza alimentare della Commissione Europea, Xavier Prats Monné, ieri a Bruxelles inaugurando la Settimana. «Le dinamiche sono quelle del cambiamento climatico, di cui non vedremo gli effetti catastrofici svegliandoci domattina, ma ne verremo inesorabilmente travolti se non dovessimo agire immediatamente».



La scoperta degli antibiotici fu una vera propria rivoluzione. Eppure, già lo stesso Fleming metteva in guardia le infermiere: «Non è affatto difficile rendere i batteri resistenti alla penicillina».



BATTERI RESISTENTI: STIAMO TORNANDO AGLI ANNI BUI DEL PASSATO

«Siamo pronti a pagare un prezzo così alto? Le persone soffrono, muoiono e noi siamo incapaci di curarle perché gli antibiotici non funzionano più» ha detto il commissario europeo per la salute Vytenis Andriukaitis. «Quando gli antibiotici perdono di efficacia, diventano impossibili procedure mediche come i parti cesarei, gli interventi chirurgici, i trapianti. Alcuni paesi hanno ottimi sistemi di vigilanza e di controllo dell’uso nell’uomo e negli animali. I dati mostrano che laddove il consumo è maggiore, così è peggiore la situazione di farmacoresistenza».





UN UTILE DECALOGO PER CAPIRE CHE COSA FARE E NON FARE


1) Gli antibiotici non curano malattie virali come l’influenza

2) Assumi solo antibiotici che ti sono stati prescritti dal medico

3) Non interrompere l’assunzione prima della fine della cura

4) Non condividere con altri gli antibiotici che ti sono stati prescritti

5) Lavati le mani per prevenire la diffusione delle infezioni





IN ITALIA SI USANO TROPPI ANTIBIOTICI

L’Italia è ai primi posti in Europa - con Grecia e Malta - quanto ad uso di antibiotici e lo stesso primato riguarda il fenomeno della resistenza. Secondo il rapporto annuale dell’European Center for Diseases Control (ECDC), redatto coni dati del sistema di sorveglianza Esac-Net dell’Unione Europea, l’Italia è insieme alla Grecia uno dei paesi che più consumano antibiotici. I dati mostrano che nel 2014 il consumo medio europeo fuori dagli ospedali è stato di 21,6 dosi al giorno ogni mille abitanti: la più virtuosa è stata l’Olanda (con 10,6 dosi) e la maglia nera è andata alla Grecia, con 34,6. L’Italia si piazza al quinto posto, con 27,8 dosi, dietro a Francia, Romania e Belgio.



PER L’ITALIA UN TRISTE PRIMATO ANCHE NELLA RESISTENZA AI FARMACI

A preoccupare molto è l’aumento della resistenza ai carbapenemi, una classe di antibiotici di seconda linea, quelli utilizzati quando gli altri non funzionano più per combattere, tra gli altri, i ceppi di escherichia coli e Klebsella Pneumonie. Nel nostro paese è aumentato il consumo di carbapenemi e, con l’uso, anche la resistenza continua ad aumentare.



Infatti, secondo i dati appena diffusi della EARS-Net Surveillance, l’Italia, insieme alla Grecia e a Malta (e dal 2015 anche la Turchia), è il paese con la maggior resistenza, ormai endemica. «L’ulteriore diffusione di batteri resistenti ai carbapenemi è causa di grande preoccupazione per la mancanza di alternative terapeutiche» ha spiegato Andrea Ammon, Direttore dell’ECDC.



SERVONO NUOVI ANTIBIOTICI, PREVENZIONE, REGOLAMENTAZIONI

L’ultimo antibiotico è stato creato nel 1987 e la bassa possibilità di profitto ha fatto sì che le aziende farmaceutiche non se ne occupassero, ha spiegato il Commissario Andriukaitis. Si tratta ora di creare le condizioni necessarie per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci, eventualmente da destinare ad uso esclusivamente umano, anche attraverso partenariati tra pubblico e privato.

Lo sforzo deve essere comune e l’azione coordinata, perché tutti gli attori sono responsabili, pazienti, medici, veterinari, allevatori, ricercatori, aziende e decisori politici. L’Europa è già al lavoro per aggiornare il suo Action Plan 2011-2015, con interventi in particolare nel settore veterinario, per un uso «rigorosamente limitato» degli antibiotici, e una più rigida regolamentazione dei mangimi medicati. L’altro fronte strategico per l’Europa è l’incoraggiamento a implementare le raccomandazioni nei vari stati nazionali, dove urgono azioni di prevenzione e di comunicazione del problema.

Per tutto questo oggi è stata organizzata una conversazione su Twitter: 24 ore dedicate all’argomento: hashtag #eaad and #AntibioticResistance.



LE REGOLE PER CHI POSSIEDE ANIMALI

I batteri resistenti agli antibiotici possono causare infezioni che si trasmettono facilmente anche da una specie all’altra. Bisogna quindi essere consapevoli del problema anche con i nostri animali domestici. Per questo la Federazione europea dei veterinari (Fve), il Comitato Permanente dei Medici Europei (CPME) e il Consiglio dei Dentisti Europei (CED) raccomandano alcune accortezze anche in relazione a cani, gatti e altri animali.






1) Gli antibiotici non sono sempre necessari; piccole ferite dovute a morsi di gatto guariscono da sole, non pretende gli antibiotici ad ogni costo

2) Mai condividere gli antibiotici tra voi e i vostri animali.

3) Lavarsi le mani prima di accarezzare l’animale per prevenire la diffusione dei batteri.

4) Assicurarsi di dare ai vostri animali la giusta dose di antibiotici prescritta.

5) Terminare la cura, non interrompere l’assunzione in anticipo anche se sembra che la bestiola stia meglio, questo impedirà ai batteri di scoprire nuove vie verso la resistenza



LA SITUAZIONE DEL CONSUMO DI ANTIBIOTICI NEGLI STATI UNITI

L’ente governativo americano CDC, i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention), ha più potere dell’omologo europeo che deve fare i conti con la sovranità nazionale degli Stati. Cosa succede dunque in uno stato federale come gli Stati Uniti, dove almeno 2 milioni di persone all’anno hanno infezioni da batteri resistenti agli antibiotici e almeno 23.000 sono i decessi conseguenza diretta di queste infezioni? Ebbene, le differenze nell’uso di antibiotici esistono anche lì.






«Non lo sospettavamo affatto» spiega Lauri Hicks, dal 2008 direttrice del programma «Get Smart: Know When Antibiotics Work» dei CDC di Atlanta. «Questa spaccatura tra il consumo degli antibiotici nella zona est del paese e l’ovest ricalca quella relativa all’uso degli oppioidi».



Secondo la direttrice, ciò dipenderebbe da molti fattori, come un diverso accesso alla sanità, ma anche ragioni culturali. «Premesso che l’Europa fin qui è stata leader nel mondo in quest’ambito, quello che di più importante è emerso dall’esperienza di «Get Smart» è l’importanza di misurare con accuratezza l’uso degli antibiotici» ci spiega la Hicks. «In particolare, bisogna adottare strategie locali, concentrarsi non solo sui pazienti, ma anche sugli ospedali, dove vengono consumati l’80% degli antibiotici. Lì bisogna introdurre programmi di sorveglianza, monitorare i progressi, sempre nella consapevolezza che modificare la mentalità e i comportamenti delle persone non è immediato ma richiede molta perseveranza».



ANCHE I FUMETTISTI SI CONCENTRANO SUL PROBLEMA ANTIBIOTICI


Auntie Biotica: un numero speciale di Spike and Suzy dedicato agli antibiotici

Si sa, il Belgio è la patria dei fumetti, da Blake and Mortimer, a Tin Tin fino ai Puffi. Tutti vanno pazzi per i «bédé» (dal francese Bande dessinée).

E così il Belgian Antibiotic Policy Coordination Committee, insieme Ministero della Salute belga, ha deciso di pubblicare un numero speciale di «Spike e Suzy» dove attraverso le avventure di Auntie Biotica che lotta contro i batteri si impara il significato della resistenza agli antibiotici. Il fumetto in lingua inglese è tutto scaricabile grazie al link http://issuu.com/wpgbe/docs/auntie_biotica

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