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Città blindate e militarizzate? Era già tutto previsto, lo svela un documento del 2003...


Articolo di ariannaeditrice.it - disinformazione.it e Gianni Lannes:




Viviamo tempi in cui ogni evento di cronaca nera 
o fenomeno di criminalità organizzata costituisce 
un buon pretesto per militarizzare ulteriormente 
il territorio (e le coscienze)… 





Uno studio NATO del 1999 descriveva come probabile che nel futuro le forze dell’Alleanza Atlantica dovessero condurreoperazioni in aree urbane, a fronte di capacità per operare in un simile ambiente che sostanzialmente erano quelle dei tempi della seconda guerra mondiale, caratterizzate quindi da alti livelli di perdite umane ed ingenti “danni collaterali”. 

Ritenendo tali effetti inaccettabili, la NATO chiese alla Research & Technology Organisation (RTO) di insediare un gruppo di studio per l’analisi delle operazioni nelle aree urbane.

Sette Paesi membri NATO – Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda e Stati Uniti – diedero il proprio assenso a fornire studiosi. La prima riunione del cosiddetto Studies, Analysis and Simulation Panel Study Group (SAS-030) ha avuto luogo a Washington nel giugno 2002

Ne è infine risultato un rapporto di 140 pagine denominato “Urban Operations in the Year 2020″ (UO 2020) , pubblicato nell’aprile 2003. 

L’ipotesi di partenza è l’aumento esponenziale della popolazione mondiale entro l’anno 2020, supposta oltrepassare i 7,5 miliardi di persone. Il contestuale spaventoso aumento dell’urbanizzazone, con il 70% di questa popolazione che vivrà all’interno delle città, provocherà crescenti tensioni economico-sociali, alle quali si potrà far fronte – secondo il rapporto – solo con una presenza militare massiccia, spesso su periodi di tempo prolungati. In tale quadro, il mondo politico e l’opinione pubblica saranno spinti a chiedere azioni rapide, decisive e “chirurgiche”, non alla portata delle normali forze di polizia se non a rischio di forti perdite od addirittura di ritirate catastrofiche di fronte a folle ostili.


D’altro canto, un uso tradizionale dell’esercito magari inviato all’ultimo momento potrebbe essere controproducente e scatenare ulteriormente l’ira della popolazione tumultuante. Per questo motivo, nell’UO 2020 si consiglia di iniziare gradualmente ad utilizzare l’esercito in funzione di ordine pubblico all’avvicinarsi della crisi mondiale ipotizzata per il 2020. (Oggi siamo nel 2017 e stanno proprio utilizzando l'esercito per presidiare le città dal terrorismo...)







Nel frattempo, ogni Paese dovrebbe formare appositi reparti specializzati nella conduzione di operazioni per il contenimento delle folle ed il controllo del territorio, mediante l’uso di armi convenzionali ad alto contenuto tecnologico e di nuovi sistemi d’offesa bivalenti letali/non letali.

Il testo integrale dell’”Urban Operations in the Year 2020″ è qui.



Ricapitolando: 

- le guerre future saranno all’interno delle città; 

- avremo eserciti lungo le strade (NATO o forze militari preposte); 

- dal punto di vista psicologico sarà normalissimo avere militari armati in città; 

- politici e cittadini richiederanno l’intervento dell’esercito; 

- le forze militari utilizzeranno ogni sorta di arma (letale e “non-letale” ad alta energia); 

- sommosse, scontri sociali, manifestazioni potranno essere sedate dall’esercito… 

- stiamo andando verso la costituzione di uno “Stato militarizzato”.



A riguardo l'ex giornalista Rai Gianni Lannes scriveva: 



Foto: Verona blindata nel 2017, misure di sicurezza "antiterrorismo"

Nazioni militarizzate, esercito nelle strade, sommosse placate dall'esercito, guerra combattuta nelle città, uso di armi non convenzionali. Un documento del genere è frutto dell'Onu, braccio armato delNuovo Ordine Mondialesotto l’egida del mentecatto illuminato David Rockfeller (al cui servizio figura la stragrande maggioranza intruppata dei politicanti italioti).


Tranquilli, non è un complotto, ma la nuda e cruda realtà preconfezionata, proprio per noi. Chi ha plasmato questo scenario? Risposta tecnica: l’Organizzazione per la Ricerca e la tecnologia della Nato (RTO, ossia Studies Analysis and Simulation Panel Group, SAS-030)




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