"C'è l'accordo per una legge nazionale sui vaccini obbligatori. Intesa tra Stato e Regioni": è la notizia lanciata dall'agenzia Askanews poco fa.
Il ragionevole dubbio, il principio di precauzione? Tutti a farsi benedire, insieme alla Costituzione repubblicana, perché contano soltanto gli affari economici con il pretesto di tutelare la salute pubblica. Solo uno staterello totalitario come l'Italietta delle banane, sempre più eterodiretto dall'estero, può obbligare la popolazione a farsi inoculare qualcosa di pericoloso per la salute. Ecco come riportarci al Medioevo per ingrassare con la nemesi medica, a spese soprattutto dei bambini inermi e indifesi, le multinazionali come Glaxo SmithKline, a cui addirittura l'agenzia italiana di controllo del farmaco (Aifa) ha elargito denaro pubblico.
Dietro all'operazione oscurantista c'è il ministro Lorenzin, appena diplomata, che confonde i virus con i batteri, ed altri, soprattutto corposi interessi speculativi di big pharma. Una volta bastava pagare una tangente a qualche ministro della sanità, come nel caso conclamato di Francesco De Lorenzo che intascò ben 600 milioni di lire nel 1991, per rendere obbligatorio uno dei quattro vaccini per l'infanzia, mediante la legge 165/1991 che non è mai stata abrogata. Che fare? Una pacifica rivolta popolare. Un regime non si riforma, ma si abbatte con la nonviolenza, in particolare con il buonsenso.
riferimenti:
Nessun commento:
Posta un commento