Il giorno 8 luglio 2015 le località di Mira e Dolo nella Riviera del Brenta (provincia di Venezia) sono state colpite da un micidiale uragano F 4 con venti sino a 300 Km orari.
Quali sono state le cause di questo fenomeno del tutto anomalo? Si deve ipotizzare che, i militari, dopo aver tenuto per molto tempo l’Italia sotto un coperchio di alta pressione innaturale, abbiano scatenato un inferno di turbini semplicemente innalzando le temperature nei bassi strati dell'atmosfera. Queste correnti, risalendo in quota e scontrandosi con i fronti freddi provenienti da Est, hanno facilitato le condizioni per la creazione di un fenomeno violento ed inusitato per la regione. I servizi meteo avevano in effetti “previsto” precipitazioni nel Triveneto. Non si può tuttavia escludere che siano state impiegate armi satellitari in grado di irradiare le potenti energie termiche, necessarie per generare tempeste distruttive.
Dobbiamo qui ribadire che il tornado che si è abbattuto sul Veneziano è del tutto aberrante: gli uragani (chiamati “tifoni” nel Sud est asiatico, dal cinese “ta”, grande e “feng”, vento), infatti, si formano sugli oceani in corrispondenza della zona equatoriale, grazie all’azione congiunta degli Alisei e della forte evaporazione. L’evaporazione forma dei giganteschi sistemi nuvolosi (aree di bassa pressione) che cominciano poi a disporsi in immani vortici a causa dei venti e della rotazione della Terra (forza di Coriolis). Anche per questa ragione si deve sospettare il dolo, in quanto le mappe satellitari e quelle del radar Doppler situato a Fossalon di Grado mostrano che il tifone percorre la direzione opposta a quella naturale. Nell’emisfero settentrionale i cicloni si spostano, infatti, da Est verso Ovest, come spiegava il compianto Colonnello Edmondo Bernacca nei servizi meteo della RAI.
Ergo il tornado abbattutosi su Mira e Dolo è senza dubbio indotto, estraneo a dinamiche naturali, giacché gli uragani non possono formarsi sulle regioni mediterranee. I radar Doppler del Triveneto hanno registrato l’evento atmosferico, ma non sono all’origine della calamità, in quanto essi lavorano su frequenze diverse dai cosiddetti "riscaldatori ionosferici".
Abbiamo dunque assistito ad un altro episodio di guerra meteorologica, ad un attacco in piena regola sferrato contro una regione che aveva manifestato una pur timida insofferenza nei rispetti delle direttive provenienti dall’esecrando governo centrale, a sua volta docile esecutore di ordini superiori.
E’ stato dunque un assalto proditorio, la dimostrazione di un nesso tra geoingegneria clandestina e geopolitica intimidatoria: ricorda le alluvioni che hanno sommerso nel giugno scorso alcuni territori del Texas, stato ostile alle nefaste politiche del fantoccio Barack Obama, ma pure il nubifragio che sconvolse la Sardegna, allorquando la Giunta regionale era in procinto di dichiarare l’isola esente dall’I.V.A.
Last, but not least, osserviamo che la probabile ritorsione ha riguardato due località i cui nomi paiono alludere alll’artificialità dello sfacelo: è come se, con l’arrogante attitudine provocatoria che contraddistingue i vertici del complesso militare-industriale, essi volessero dire: “Mira il Dolo”, ossia “Considera la frode, l’inganno”. Una coincidenza?
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